venerdì 21 settembre 2012

I rimorsi di Sadia

Quando Aileen poté ritirarsi nella camera della sua padrona e togliersi gli strumenti con cui l'avevano presentata, fu colta dal panico. Panico di non poter fare nulla, intrappolata in quella stanza.
La sua anima era dilaniata: da una parte il ranger che non poteva più essere che avrebbe dovuto avvertire la sua regina e che invece era nuda e esposta come un animale di compagnia, senza neppure più la dignità di alzare gli occhi sulle altre persone. Dall'altra la schiava che era diventata, che avrebbe voluto adagiarsi nel suo ruolo, rannicchiarsi al servizio della sua padrona, senza più responsabilità e invece si riscopriva piena di dubbi e sensi di colpa.
Finché le fu possibile rimase chiusa nella sua stanza. Passarono così due giorni, senza che nessuno chiedesse di lei e senza che Sadia si facesse vedere.
Poi, una sera, Sadia tornò da lei, in uno stato in cui non l'aveva mai vista. Nessuna tintura mimetica, gli occhi gonfi, le guance arrossate di lacrime, ma soprattutto segni di scudiscio sulle cosce e sui seni.
Aileen la guardò e subito sentì salire un moto di pianto, quell'immagine gettava ancora più confusione su di lei "Shibed leen", disse.
Sadia non rispose, la spinse sul letto, le andò sopra premendo il suo corpo sul materasso e poi cercò la sua bocca, in un bacio lungo, appassionato, ma lento, che faceva scorrere anche il respiro da una all'altra. Sadia non sapeva di erba, di foresta, di terra, gli odori della Cacciatrice erano scomparsi. Ed era come se questo facesse parte del gigantesco vuoto che Aileen sentiva in lei, mentre se la premeva contro.
Ma Sadia la stupì. Dopo il bacio la sua bocca scivolò sul collo, baciando ancora, piano, e poi arrivò sui seni. Qui la sua lingua prese a leccare, con movimenti circolari, meticolosi, inciampando volutamente sui capezzoli, finché entrambe le sue piccole mammelle non furono lucide di umidità.
Aileen si sentì travolta. Mai era stata oggetto di attenzioni così dolci. Sadia non era sua schiava come lei non era più schiava di Sadia. E non c'era lussuria in quello che facevano. Stavano solo facendo l'amore.
Spaventata, cercò lo sguardo della Cacciatrice "Signora..."
Sadia non rispose, scese ancora più giù, le allargò le cosce, poggiò la bocca aperta sul suo sesso liscio. Aileen sentì la sua lingua tormentarla, spingere, cercare di dischiudere e assaporare. Si inarcò gemendo e venne, più di una volta prima che Sadia si decidesse finalmente a lasciarla.
Sadia guardò Aileen. Aileen fece per protrarsi verso di lei, desiderosa di ricambiare, desiderosa di adempiere ai suoi doveri da schiava. Sadia la fermò, tornò a premerla sul materasso e la abbracciò. Aileen sentì il suo corpo scosso da tremiti.
"Non ho potuto fermarli" la sentì sussurrare "ma tornerai da me"
Aileen provò a rispondere "Co... cosa?"
La Cacciatrice si alzò e aprì la porta della stanza. Due amazzoni in cotta di maglia entrarono. Aileen capì subito che erano lì per portarla via.

sabato 15 settembre 2012

Lord Ganym

L'avevano fatta camminare fino alla sala del trono con il fallo di cuoio nella vagina. L'oggetto non era completamente fissato alla cintura così oscillava leggermente su e giù, come in un continuo amplesso. Niente di abbastanza violento per farle male, niente di abbastanza sensuale per darle piacere, una specie di continuo tormento, che la degradava, che la costringeva a concentrarsi sempre e comunque sul suo desiderio, senza poterne fare a meno.
Quando era arrivata il suo sesso era indolenzito ed era consapevole del nettare che le bagnava l'interno coscia. Nonostante questo cercò di mantenersi dritta e fiera, mentre si posizionava dove le avevano assegnato, all'interno di una lunga riga di schiave nude.
Erano almeno una ventina di ragazze, disposte una accanto all'altra, un passo dietro al trono, come una bizzarra guardia d'onore. Ikara e Litka erano le più vicine al trono e sicuramente erano le più belle di tutte. Non solo la loro pelle scura spiccava sulla stanza, ma erano anche quelle col corpo più bello, benedette dal sangue della loro terra. Vedendole, Aileen si morse il labbro al ricordo del viaggio per arrivare lì.
Lei era stata messa sul lato destro, accanto aveva cinque ragazze giovani i cui corpi erano segnati da dure punizioni e che sembravano vergognarsi di trovarsi lì. Capì che dovevano trattarsi delle ragazze di rango catturate alla caduta di Herasque, prede di guerra che le amazzoni avevano cominciato subito a educare a una nuova vita di schiavitù. Non provava pena per loro, sperava che imparassero rapidamente qual era il loro nuovo ruolo e scoprissero quanto di bello c'era.
Il generale Yara era seduta sul trono, vestita dell'armatura leggera e bardata con i paramenti del comando. Era una donna sui trentacinque anni, capelli scompigliati e neri, occhi di ghiaccio. Era molto alta, anche per il popolo delle amazzoni, e aveva un carattere forte con cui non faceva fatica a imporsi. Aileen non aveva mai visto molte amazzoni soldato nella sua permanenza presso Sadia, ma era attratta e allo stesso tempo spaventata da Yara. In qualche modo era un tipo di donna completamente diverso dalla sua padrona e questo la incuriosiva.
Annunciata da un araldo entrò la delegazione attesa. Aileen ebbe un brivido. Non aveva capito bene perché era lì ma riconobbe subito i costumi e le armature del suo popolo. Non riconobbe invece lo stendardo, nonostante avesse studiato tutti quelli principali del regno, e questo la inquietò. Erano sei uomini, tutti armati, si inginocchiarono un momento poi uno si alzò e si tolse l'elmo. Fu allora e solo allora che Aileen ebbe veramente paura.
- Generale Yara delle amazzoni, Lord Ganym di Corel ti porta i saluti del Re dell'ovest e si congratula con te per la conquista della città di Herasque.
Aileen si sentì veramente nuda, per la prima volta. Aveva incontrato Lord Ganym alla corte della Regina diverse volte, un uomo inquietante, un intrigante di corte. Ma comunque, sempre, lo aveva visto omaggiare la sua signora. Ora perché aveva insegne diverse? E chi era il re dell'ovest di cui parlava?
Yara rispose al saluto formale, ma lei non lo sentì. Aveva occhi per Ganym e per quello che rappresentava. Era stata mandata lì come ranger per indagare sulla ribellione e ora scoprava che un importante dignitario che frequentava la corte aveva voltato le spalle al regno e si inchinava a un nuovo re. Un re alleato con le amazzoni.
Aileen temette che le sue emozioni trasparissero. Non solo la tensione per le rivelazioni che aveva avuto, ma anche la vergogna nuova, che provava a stare lì. Intorno a lei, però, nessuno sembrava notarla e anche le amazzoni che, dietro alle schiave, le sorvegliavano in silenzio, non sembravano innervosite. Provò a rilassarsi, ma a quel punto si accorse della cosa più terribile di tutte.
Lord Ganym aveva occhi solo per lei.