giovedì 25 ottobre 2012

La conquista dell'usurpatore

Ganym la tenne con la bocca attaccata al suo pene per un tempo che le parve lunghissimo. Non sentì mai il membro dell'uomo irrigidirsi completamente. Ogni tanto lo sentiva sussultare, ma per quanto provasse a eccitarlo con la bocca non riusciva mai a portarlo oltre un certo punto. Era umiliante, le dimostrava quanto poco sapesse degli uomini e Ganym accentuava la sua sensazione di vergogna continuandola a chiama "piccola ranger", "brava bambina" e "pompinara di corte". Aveva smesso da tempo di fermare le lacrime, quindi sentiva il suo volto umido e caldo.
Alla fine Ganym le prese la testa e la indusse a lasciare il suo pene. Il sollievo che provò fu di brevissima durata perché poi l'uomo la costrinse a guardarlo e vide in lui uno sguardo di spietata lussuria. "Hai giocato abbastanza?" le chiese.
"Shibed leen" rispose soltanto. Il sapore del sesso dell'uomo persisteva sulla sua lingua e sulle sue labbra.
"Sai, ho dovuto fare un patto con le tue padrone... una cosa politica diciamo"
Si abbassò, le prese un braccio e la strattonò in piedi. Urlò e subito si sentì in colpa perché Sadia le aveva insegnato a non urlare mai, ma capì che in quella situazione non poteva farne a meno. La forza di Ganym era di molto superiore alla sua e così fu facile per lui trascinarla fino al letto in un angolo della stanza e sbattercela sopra.
"Ci siamo messi d'accordo che non posso inzozzare la tua figa pelata. Si vede che le amazzoni la adorano"
Aileen capiva solo a metà quello che le veniva detto, continuava a tenere gli occhi fissi sul pene dell'uomo, che improvvisamente stava trovando un vigore fino a quel punto nascosto.
"Visto che però sarebbe stato poco gentile lasciarmi solo la tua boccuccia ci siamo accordati per il tuo buchino dietro"
Aileen sentì le sue viscere rivoltarsi dalla paura. Voleva fuggire, ma il suo corpo nudo di schiava non aveva più forze. Si erse in ginocchio sul letto, per affrontare il suo violentatore, ma quello le diede un manrovescio che la mandò sdraiata tra le lenzuola. Un secondo dopo sentiva il suo corpo nudo che la copriva e le sue braccia che la inducevano a stendersi sul ventre.
"Scommetto che tanto da ranger tu fossi tutta vergine no? Quindi aprirti uno o l'altro è uguale, non credi?"
Si ritrovò a frignare come una ragazzina, mentre Ganym la stendeva, le allargava le gambe e si sdraiava sopra di lei. Sentì la sua bocca leccarle il collo mentre sotto il suo membro caldo già cercava di insinuarsi tra i suoi glutei. Si dimenò un momento, prima di capire di essere senza speranza, poi si limitò a gemere "Shibed Leen"
"Sei ancora una bambina, dopotutto" le disse lui "mi piace questo"
Si inarcò, premendola sul materasso. Poi lo sentì frugare a prendersi il pene e lo avvertì distintiamente appoggiarsi contro il suo ano. Fu colta da un brivido che la fece contrarre così, quando Ganym cominciò a spingere, dovette sfondarla per entrare. Lanciò un urlo acuto, poi un altro e un altro ancora, mentre il sesso bruciante dell'uomo la violava inesorabilmente, scivolando dentro di lei, esplorandola. Alla fine tutto il suo corpo era solo dolore e umiliazione, era un animale nudo e ferito che subiva per sopravvivere.
"E' il modo migliore per fare l'amore" le disse lui, sistemandosi più comodo sopra di lei e dentro di lei.
"Basta..." piagnucolò.
Ma ormai Ganym stava dando seguito ai suoi istinti animali e cominciò a muoversi su e giù, muovendo il pene nel suo sedere in cerca di piacere. Nonostante non lo credesse possibile ogni movimento le provocava nuove ondate di dolore che si rinnovavano sempre più forti, sempre ignorate da lui, che probabilmente trovava tutto quello delizioso.
Non durò abbastanza perché lei smettesse di urlare, soffrì e si lamentò per tutto il tempo, poi sentì qualcosa di caldo e viscido in sé e finalmente Ganym la liberò, rotolando come un animale giù dal letto, fino per terra.
Rimase ferma immobile, singhiozzando e respirando forte. Ganym continuava a complimentarsi con lei mentre si rivestiva. La sua faccia esprimeva la soddisfazione propria solo degli uomini meschini, che amavano godere della sofferenza degli altri. Lasciò la stanza senza nemmeno degnarla di un ultimo sguardo.
Aileen rimase sul letto. Come qualcuno l'aveva portata lì era certa che qualcuno l'avrebbe portata via. A un certo punto ebbe uno spasmo e si mosse, così sentì qualcosa di liquido che gocciolava giù dal suo ano in fiamme. Pensò fosse lo sperma di Ganym, ma quando trovò la forza di girarsi vide che invece era sperma misto a sangue, un rivolo scuro che le ricordò un animale ferito, in attesa di un cacciatore che le desse il colpo di grazia.

Ma era una schiava, dopotutto. E non era successo niente che non fosse nei suoi doveri.

domenica 14 ottobre 2012

Il prezzo dell'alleanza

Aileen fu lavata e profumata dalle inservienti amazzoni come un animale domestico. Non le diedero comunque nessun vestito e la portarono in un'ala del castello che non aveva mai visto, in quello che sembrava un ricco appartamento. Lì la lasciarono ad attendere. Il tempo le sembrava non passasse mai e ogni minuto che spendeva lì si sentiva più vulnerabile e umiliata per la sua condizione. Finì col rannicchiarsi sul divano, fissando la porta, terrorizzata all'idea che si aprisse.
Alla fine a spalancarla fu lord Ganym che rimase poi sull'uscio, quasi dubbioso, finché con lo sguardo non la individuò. "La cocca della regina... guarda com'è ridotta"
Aileen si coprì il corpo con le mani, d'istinto. "Tu..."
L'uomo si avvicinò, indossava vesti da camera, nessuna armatura, ma il drappeggio delle stoffe lo faceva apparire enorme, incombente come una nube. "Ti ricordi di me? Di quando io baciavo i piedi della tua signora e tu ti aggiravi per il palazzo come un maschiaccio, tutta impettita nella tua divisa da ranger?"
Aileen cercò di rannicchiarsi ancor più nel divano, visto che non aveva nessun posto dove andare. Si vergognava di essere nuda, si vergognava di essere stata lavata e profumata per quell'incontro, si vergognava di essere una schiava. "Hai tradito l'impero!" piagnucolò. Ma anche la sua voce era senza forza.
Ganym la prese per un polso e la trascinò a terra. Dopodiché le mise un piede calzato dello stivale sullo stomaco e la tenne giù. Sentì la pressione limacciosa della suola sulla pelle. "Mi avevano detto che eri stata educata ed eri ubbidiente" la schernì Ganym. Poi le sputò in faccia.
"Non sono ubbidiente a te!" provò a reagire Aileen. Ganym spostò il piede verso il basso, fino al suo sesso, e aumentò la pressione. Si sentì soffocare dal dolore, aprì bocca senza riuscire a dire niente.
"Ti ho chiesto in dono alle tue padrone... una semplice notte. Vuoi che le tue padrone sappiano che hai scordato come ubbidire?"
Aileen pensò alle punizioni delle schiave. Le peggiori le aveva sempre evitate, comportandosi bene, ma le temeva. La paura fece riemergere in lei la sua indole da schiava. Soffocò in qualche modo tutto il resto. "Shibed leen..." disse.
Ganym si tolse da sopra di lei e si aprì le vesti. Era nudo, il membro rigido. "Dimostralo"
Aileen si affrettò in ginocchio e cominciò a leccare il membro di Ganym. Lo trovò disgustoso, completamente differente da quello che aveva provato fino a quel momento. Sperò però che lui non si accorgesse delle sue smorfie e continuò a premere la bocca sul suo membro, stimolandolo con la lingua, strusciando anche le guance contro il suo corpo.
Ganym la tirò per i capelli, affinché lei lo guardasse "Le tue padrone immagino non ti abbiano insegnato a succhiare"
Rimase senza parlare, con un'espressione confusa. Lui lo trovò divertente. "Provaci"
Aprì la bocca il più possibile e appoggio il pene di Ganym sul labbro inferiore. Spinse avanti il volto il più possibile e poi chiuse. Il sapore del sesso dell'uomo la invase. Per alcuni secondi non fu capace di respirare, poi ritrovò il respiro attraverso il naso e provò a toccarglielo con la lingua. Si sentiva goffa e incapace, ma lui era divertito e la lasciava fare. Sentì che cominciava a piangere in silenzio, ma nonostante tutto provò a succhiare, la sua bocca cominciò a emettere strani suoni.
"Non temere, piccolo ranger" disse Ganym gelido, come se non stesse traendo piacere da quello che lei gli stava facendo. "Hai tutto il tempo per imparare"