domenica 21 aprile 2013

Le lezioni di Geravia

Per i primi giorni al monastero Aileen e Litka non videro più le aspiranti maghe del fuoco. Gli furono solo indicati dei grossi tomi da leggere, nella biblioteca della rocca e lì spendevano la maggior parte della giornata. Erano tomi sui principi della magia del fuoco e su quello che rappresentava, ma erano anche dettagliate descrizioni di vario tipo di dolore.
Aileen ne era inquietata, soprattutto le varie illustrazioni che corredavano gli scritti la turbavano terribilmente. La sera, fortunatamente, lei e Litka avevano una camera assieme e sufficiente intimità per sfogare i loro istinti e i loro appetiti. Aileen si accorse rapidamente che le letture che stavano facendo e l'ambiente le stavano inducendo a essere sempre più selvagge l'una con l'altra. Consumavano un sesso rabbioso, in cui presto avevano cominciato ad apparire graffi e morsi.
Un giorno Geravia andò da loro alla biblioteca e prese con sé solo lei, dicendole che doveva cominciare con i suoi nuovi doveri di serva del fuoco. La portò in una stanza in cui trovò una delle allieve, sdraiata, legata mani e piedi a quattro aste di ferro con le catene. Il suo corpo era sollevato da terra per una stretta base su cui appoggiava le natiche e grazie alla tensione delle catene delle braccia. La ragazza sembrava in quella posizione da molto tempo, infatti appariva sfinita. Quando Geravia le si avvicinò la vide contorcersi abbastanza per poter appoggiare le labbra sul pube della maga e leccare.
"Non hanno nome finché io non le faccio maghe" disse Geravia, accarezzando il cranio rasato della ragazza "quindi chiamala come vuoi. Questa è una delle più avanzate quindi è già disciplinata... ma deve imparare ancora molto" Detto questo scostò delicatamente il volto della schiava dal suo sesso "Accendi quelli."
Su una mensola c'erano cinque mozziconi di candela molto corti, dalla pianta curiosamente larga. Aileen li avvicinò uno a uno alle candele che illuminavano la stanza, finché non furono tutti accesi.
"Ora portane uno qui"
Aileen si avvicinò con una candella, Geravia prese le sue mani e la guidò ad appoggiarla esattamente sull'ombelico della schiava. Questa non fece una piega, sebbene tenesse gli addominali particolarmente rigidi. Poi il calore della fiamma cominciò a fluire dalla candela al suo corpo e le prime gocce di cera cominciarono a colarle addosso. Strinse i denti fremendo, ma senza dire una parola.
Presso le amazzoni le torture del fuoco erano rare e servivano solo da punizioni gravissime. Sadia una volta l'aveva accarezzata con una lama di spada lasciata alcuni istanti vicino il bracere e lei ricordava l'intenso morso del calore. Aveva urlato, anche se aveva promesso alla sua padrona di non farlo, fortunatamente lei ne era stata divertita. Pensava però di immaginare cosa stesse provando la ragazza davanti a lei.
"Un altro, avanti!" ingiunse intanto Geravia.
Questa volta la maga si limitò a indicarle il cavo in mezzo ai seni appena accennati della ragazza. Lei appoggiò la candela con cura, cercando quantomeno di non farla gocciolare, dopodiché vide la giovane raddoppiare gli sforzi per evitare di lamentarsi.
"Massaggia il suo pube ora, avanti" continuò a insegnarle Geravia.
Aileen appoggiò la mano sul sesso della ragazza legata e comincio ad accarezzarlo. Quella pratica la conosceva bene e sapeva anche come svolgerla al meglio. Si mise a stuzzicarle le labbra con le dita, concedendosi solo fugaci  sfioramenti del suo clitoride appena visibile. Sentì tutti i muscoli della ragazza tendersi, per accogliere le carezze senza muoversi troppo, mentre anche lei sentiva salire l'eccitazione.
Geravia si chinò sulla sua allieva e cominciò a salmodiare parole, l'allieva provò a rispondere ma la sua voce arrivava spezzata. Aileen non conosceva la lingua e non poteva sapere cosa stesse succedendo. Solo a un certo punto Geravia la guardò e le ordinò: "Penetrala con due dita". Lo fece con una tale forza che lei perse ogni desiderio di delicatezza e si limitò a infilare due dita nella vagina della schiava. Questa, che sembrava non aspettarselo, tremò tutta e così facendo le due candele iniziarono a far colare cera sulla sua pelle. Finalmente urlò, un urlo di dolore che scimmiottava quello dell'amplesso.
Geravia sembrava soddisfatta, nonostante la ragazza avesse gli occhi umidi di lacrime "Continua così finché non viene" impose.
Aileen obbedì, cercando di ignorare il richiamo del proprio pube umido, colmo di desiderio.