domenica 1 settembre 2013

Aileen maschio

I capelli di Aileen erano tornati ad arrivarle alle spalle e lei aveva ripreso a guardarsi allo specchio senza sentirsi a disagio, incontrando la sua femminilità.
Per questa ragione sentire Litka dietro di lei che la rapava nuovamente a zero, mentre era in ginocchio in mezzo alla stanza era nuovamente una prova umiliante, per quanto stavolta l'avesse chiesto lei e servisse ai suoi scopi. Geravia, che visionava l'operazione, appariva divertita da quello che stava provando, quasi eccitata come non appariva mai mentre addestrava le allieve e questo peggiorava la situazione.
"Non potevamo rifilargli un maschietto dai capelli lunghi no?" disse, avvicinandosi a lei, quando Litka indietreggiò, accarezzandole la testa rasata.
"Questi viandanti hanno chiesto di riposarsi presso di me alcune notti e hanno chiesto per svagarsi dei giovani sederini maschili" spiegò la maga "Quindi mandarti da loro in quella veste è il modo migliore per passare inosservata. Concordi piccola?"
Aileen annuì senza parlare. Credeva le sarebbe servito coraggio per quella cosa, invece sembrava che la sua indole di schiava si adagiasse comoda su quella trasformazione.
"Ma si tratta di un travestimento, no?" chiese Litka.
Geravia prese una cintura da uno sgabello "Si tratta di un travestimento... fatto con molta cura" La maga prese la cintura e la girò intorno al petto di Aileen, dopodiché strinse finché la ragazza non cominciò a gemere, pressando e strizzando i suoi piccoli seni. Quando lasciò la presa, Aileen ebbe la sensazione di non poter respirare e dovette reimparare a farlo, con cautela, mentre il cuoio le premeva le carni.
"Tutta la mia magia si basa sul dolore, amore" spiegò Geravia.
"Shibed leen" si sentì di rispondere lei, come se l'antica formula potesse darle conforto.
Geravia batté le mani e entrò nella stanza un ragazzo, completamente nudo, terribilmente nervoso, forse quello che sarebbe dovuto andare se lei non avesse ordito quel piano. Il ragazzo aveva il pene completamente rigido e ne sembrava imbarazzato, Geravia dovette trascinarlo per metterlo davanti a Aileen, lo spinse quasi finché il suo membro non andò a solleticarle la faccia. Aileen avrebbe voluto ritrarsi, ma sapeva che non era la cosa giusta da fare. "Cosa.. cosa devo fare?"
"Questa è la tua mascolinità" spiegò Geravia "Devi applicartela sul ventre"
"Scusi?"
Geravia schiaffeggiò il sedere del ragazzo. Anche lui doveva essere legato alla donna da un qualche vincolo di schiavitù perché trasalì, ma rimase immobile.
"Mungilo e applicati il suo nettare in mezzo alle gambe"
Litka ebbe un'espressione di disgusto che Aileen capiva. Erano state addestrate per essere schiave di donne e questo aveva instillato in loro una certa repulsione per i maschi. Aileen aveva anche i ricordi dell'orribile esperienza con Ganym quindi chiuse gli occhi e prese in mano il membro del giovane cominciando a massaggiarlo piano, cercando di non pensare a quello che stava facendo. Purtroppo il pene, invece di fremere tra le sue dita, cominciò a rilassarsi.
"Non basta" disse Geravia, senza nascondere una nota di divertimento nella sua voce.
Aileen allungò il collo e cominciò a saggiare il pene che aveva tra le mani con la bocca. Il sapore era disgustoso, ma aveva imparato a ignorare ciò che non le piaceva. Presto trovò il ritmo corretto tra mani e bocca e sentì il giovane davanti a sé tremare. Intuì all'ultimo secondo il momento del suo orgasmo e si ritrasse, continuando a tenere il membro in mano. Gli schizzi caldi le arrivarono tutti sul ventre, nella zona dell'ombelico, e cominciarno a colare giù.
"Spalmalo" precisò Geravia.
Il giovane era stato abbondante e lei si sentiva tutta impiastrata. Mise le mani nello sperma e cominciò a frizionarsi, facendo scivolare giù le dita fino alla sua vagina. L'umiliazione era tale che, forse per la prima volta da moltissimo tempo toccarsi il sesso non la fece fremere. Strofinò abbastanza forte da far scomparire il grosso del seme maschile, anche se la sensazione di averlo addosso era ancora ben presente in lei.
Geravia scacciò via il giovane e prese un altro laccio a cui era legato uno strano oggetto. Fece mettere in piedi Aileen e le legò il laccio intorno alla vita. L'oggetto, così, le pendeva esattamente davanti al sesso. Dall'oggetto spuntava un lungo perno che Geravia maneggio fino a guidarlo dentro la vagina della ragazza. Lei, che appunto non aveva alcun desiderio sessuale ad aiutarla, gemette dal dolore.
Stringendo infine il laccio un'ultima volta Geravia indusse l'oggetto a affondare ancora di più in lei, strappandole un mezzo grido muto.
"Questo è il tuo membro" spiegò la maga "non ti servirà, ma aiuterà a nascondere la tua femminilità. Tu in realtà andrai là a usare questo" e le diede un pizzicotto sulla natica.
"Ma non servirà..." chiese Litka.
"Non posso saperlo" la fermò subito la signora del castello.
Rimasero tutte e tre in silenzio. Aileen sentiva la stretta sul seno e l'oggetto nella vagina come due distinti tormenti e si concentrò per abituarsi a loro e renderli parte di sé. Allo stesso modo cercava di sopportare il fatto di essere stata insudiciata "C'è altro?" chiese.
"Puoi andarti a vestire" annunciò Geravia "ma visto che, come dicevo, non sappia cosa ti accadrà... vuoi che Litka prepari le tue terga?"
Ormai degradata Aileen si piegò in avanti, allargando leggermente le gambe, presentando l'ano alla compagna schiava.
"L'olio lubrificante è su quello scaffale" disse semplicemente Geravia