mercoledì 26 dicembre 2012

Fuga da Herasque

Nei giorni successivi allo stupro di Ganym, Aileen rimase chiusa nelle sue stanze il più possibile, perennemente stanca e priva di forze per fare alcunché. Sadia non si fece mai vedere e anche il resto del palazzo parve dimenticarsi di lei così non le fu difficile rannicchiarsi dentro il letto e rimanere in uno stato di perenne dormiveglia tutto il tempo.
Una notte però, quando ormai tutto il palazzo era in silenzio, si svegliò di soprassalto sentendo qualcuno che armeggiava con la serratura e quando la porta si spalancò saltò in piedi, cercando qualcosa con cui difendersi.
"Fai silenzio! Dobbiamo fuggire!" Era Litka, la sua pelle scura che si confondeva con le ombre, il suo passo morbido ed elastico appena udibile sul pavimento.
"Fuggire?" chiese Aileen. Aveva pensato alla fuga, nei suoi momenti di sconforto, ma le era parsa un'idea folle, come spiccare il volo dalla sua finestra.
"Le cacciatrici si sono ribellate al generale Yara. Tutte!"
"Ma... ma perché?"
"Non importa. Quello che conta è che così decade il loro atto di possesso nei nostri confronti. Chiunque può prenderci quando vuole"
Aileen si rese conto che non avrebbe potuto essere schiava di nessun altra che non fosse Sadia. Sentì una stretta al cuore. "E... e..."
"Ikara la hanno già... è riuscita a stento ad avvertirmi... non possiamo restare qui. La dottrina delle amazzoni è impura. Non possiamo sapere cosa potrebbero farci!"
"Ma come...?"
"Zitta e seguimi"
Litka uscì dalla stanza, presa dal panico Aileen la seguì. Si accorse subito di non avere più nulla del ranger. Un tempo si sarebbe mossa per i corridoi bui in silenzio e con sicurezza, invece in quel momento era in preda al panico, sbatteva contro qualsiasi cosa e stava in piedi a stento. E si sentiva nuda, terribilmente nuda, la vergogna la faceva bruciare.
Litka aveva evidentemente girovagato per il palazzo di Herasque molto più di lei e sembrava conoscerlo bene. Non fece la strada che lei si era aspettata per uscire, ma la condusse per corridoi più stretti e angusti, adibiti alla servitù. Alla fine sbucarono, senza incontrare nessuno, in un cortile secondario e da lì non ebbero problemi a sgattaiolare per le strade.
La serata era fresca, Aileen sentiva il vento sulla pelle. Non aveva mai girato per la città ed era certa che anche la maggior parte delle schiave venivano tenute confinate negli appartamenti delle amazzoni. La città non sembrava fatta per ragazze nude. Anche Litka, di vicolo in vicolo, sembrava perdere un po' di determinazione e cominciò persino a coprirsi i seni. A un certo punto si fermarono a un angolo abbastanza a lungo perché lei potesse porle delle domande. "Dove stiamo andando?" chiese.
"Ho... organizzato una cosa... non, non c'era scelta"
Ripresero a correre fino a un grande carro, di quelli adibiti per i lunghi viaggi. La porta del cassone era socchiusa e quando gli si misero davanti si spalancò. Salirono e subito sentirono i battenti sigillarsi dietro di loro.
Il carro apparteneva a un uomo ricco, che ne aveva fatto il suo appartamento durante gli spostamenti. Diverse candele illuminavano stoffe, cuscini e scaffali ricolmi di cose. Nel carro c'era solo un uomo, completamente calvo, dalla pelle cotta dal sole, con diversi orecchini e una lunga veste dorata, assurdamente sfarzosa, come si usava in certi porti del sud.
"E così sei riuscita veramente, negretta" disse, guardando entrambe, senza nascondere quanto guardare gli risultasse piacevole.
Litka si fece avanti, fino a trovarsi a un passo dall'uomo, e crollò in ginocchio, con le gambe leggermente aperte "Come le dicevo"
Gli occhi dell'uomo si spostarono su Aileen. "E anche lei è una schiava di cacciatrice? Pura?"
"Si signore"
"Che venga anche lei qui, allora"
Aileen, più seguendo l'istinto che altro, si portò accanto a Litka e si mise in ginocchio come lei. Appena fu anche lei in posizione l'uomo si allungò verso di loro e mise una mano ciascuna sul loro pube, cominciando a massaggiarlo con voluttà "Sai che non varreste nemmeno la metà se non foste... pure..."
Litka si lasciò andare alla carezza mentre Aileen, al contrario si irrigidiva. La schiava di colore cercò di guardare comunque l'uomo negli occhi, mentre veniva scossa da brividi. "Le cacciatrici lasciano intatte le loro schiave... per... aumentare la loro devozione"
"Due belle verginelle" il mercante affondò un dito nelle loro vagine. Anche Aileen cominciò a gemere, non di piacere, ma per l'umiliazione di essere nuovamente violata da un maschio. Quale che fosse la sua reazione, comunque, all'uomo piacque.
"Quindi vi farò uscire da Herasque" disse l'uomo, leccandosi le labbra "e voi lascerete che io vi sistemi" Detto ciò si mise a masturbarle con decisione.
Litka respirava ormai pesante, tutto il suo corpo lottava per trattenere l'orgasmo. "Shibed leen" disse solo.
Aileen provava solo dolore e vergogna, ma non chiuse le gambe "Shibed leen" riuscì anche lei a dire.
Il ricco mercante a quel punto tolse le mani e se le asciugò in un fazzoletto di lino. Si adagiò poi più comodamente sui cuscini che gli facevano da trono. "Ora però dimostratemi che avete imparato l'arte amatoria delle amazzoni"
Aileen rimase immobile, sempre in ginocchio, tutta tesa nello sforzo di rimanere esposta e non coprirsi, così fu Litka a fare la prima mossa, ad andare verso di lei, abbracciarla, guidarla sdraiata tra i cuscini. Quando i loro visi furono vicinissimi, la ranger riuscì a sussurrare "cosa ci succederà?". La ragazza di colore le si premette contro, seno contro seno, pelle scura contro pelle chiara, carne contro carne "Andrà meglio di quello che ci avrebbero fatto a palazzo".
Aileen si ritrovò sdraiata, aperta in gambe e braccia, il corpo di Litka sopra, flessuoso e sfuggente come un animale della foresta. Sentì l'eccitazione di Litka, sentì che gocciolava dalla sua pelle nera, cercando di coinvolgerla. E poi, lentamente, sentì il pelo del pube di Litka sfregare sul suo pube liscio, stimolandolo, coinvolgendolo nella sua umidità.
Aileen ritrovò il suo animo da schiava e riuscì a permettere al suo corpo di lasciarsi trascinare nella danza dei corpi nudi. Abbracciò Litka, si premette contro di lei, accolse con piacere i brividi dell'eccitazione che dal suo bassoventre si propagavano per tutto il suo corpo.
Fecero sesso per ore, com'era loro dovere. Il mercante guardò tutto con attenzione.