sabato 6 luglio 2013

Gli ospiti di passaggio

Aileen rimase molto turbata da quello che Geravia le aveva fatto fare e soprattutto dal modo in cui si era eccitata nel farlo. Non solo la sua indole da schiava era opposta alla possibilità di imporsi su un'altra ragazza, ma trovava la cultura del dolore della maga del fuoco distorta rispetto quanto aveva appreso tra le amazzoni.
Al di là delle punizioni, che erano sempre giuste e legittime, esistevano anche tra le amazzoni delle padrone che si divertivano a far soffrire le schiave o che vedevano le torture come parte necessaria della vita delle sottomesse, ma in ogni caso tutto era incanalato nella ricerca del piacere.
Donare piacere era ciò per cui le schiave delle amazzoni erano state educate e loro non potevano discutere sulla forma di esso.
Geravia invece infliggeva dolore come fosse un dovere e le sue allieve lo subivano come fosse una necessità. Questo le impediva di capire dove la maga sarebbe potuta arrivare e, soprattutto, consumava le allieve, che non potevano far altro che sfinirsi, senza nemmeno la consolazione della devozione.
Anche Litka era stata chiamata ad aiutare la maga e lei ne era tornata ancora più scossa. Non aveva voluto parlare di quello che era successo e si era chiusa in sé stessa. Dopo le loro esperienze come aiutanti avevano anche cambiato modo di fare l'amore. Continuavano a trovarsi, la notte, e donarsi piacere, ma era un sesso meccanico e tranquillo, un amplesso semplice fatto di abbracci e poco altro. Spesso si procuravano l'orgasmo masturbandosi piano a vicenda, ma nient'altro.
Geravia, comunque, non le chiamò più ai loro doveri, lasciandole libere di studiare e vagare per il suo palazzo. Proprio vagando, una volta Aileen seppe una notizia che la sconvolse, da due allieve.
"Una delegazione di emissari della Regina sosta qui un paio di notti. Sono diretti a est per scoprire le condizioni della ribellione"
Sentì una scossa nel profondo, riferita alla persona che era stata secoli prima. "Una delegazione? Contro una regione in guerra?"
"Martens dei ranger sta andando a incontrare un araldo della regina che resiste in quelle zone, un certo lord Ganym. Lo so dal ragazzo di piacere che Geravia ha fornito a lui e ai suoi"
Aileen, senza volerlo, si trovò a scrollare l'allieva. "Ma no! Ganym è un traditore! E' una trappola"
L'allieva non capiva la sua agitazione, guardò Aileen timorosa. "Signora?"
Lei andò via, in preda al panico. Anche se era molto lontana dalla sua missione originaria e da quello che era stata non poteva permettere che scattasse una trappola del genere. Fece quello di cui aveva più paura, quello che la terrorizzava maggiormente. Salì la torre fino allo studio di Geravia, per parlarle della situazione.
La trovò assieme a quattro allieve che dovevano essere evidentemente novizie. Le allieve erano quattro zampe per terra e piangevano tutte. Geravia passava in mezzo a loro dicendo cose, con una candela in mano e ogni tanto faceva gocciolare la cera sulle loro schiene. Avevano tutte la schiena già coperta da numerose macchie di cera, la pelle arrossata.
Si inginocchiò davanti a lei "Signora, devo chiederle un favore"
Geravia non apparve irritata dall'intrusione, andò da lei e la tirò in piedi "Tutto quello che vuoi serva... ma prima aiutami" Le diede un frustino e indicò i sederi delle novizie "Dieci per ognuna"
Aileen sapeva che Geravia non aveva bisogno di aiuto, ma sospettava che la maga godesse a metterla in imbarazzo e imporle di torturare le ragazze. Con queste era anche più difficile perché, non ancora educate, supplicavano di non essere colpite. Cercò di richiamare a sé tutto il culto di obbedienza di schiava e cominiciò. Le allieve urlavano.
Geravia, con indifferenza, si sedette a un tavolo. "Cosa vuoi da me?"
Trovava la forza di parlare solo tra una ragazza e l'altra, anche se smettere di frustare significava sentire più acuti i piagnistei. "Devo vedere i vostri ospiti, la delegazione della regina. E' una faccenda... personale"
"Esistono faccende personali per te?"
Nervosa, Aileen frustò forte, vide i segni rossi disegnarsi sul sedere della ragazza. "Io la prego..."
Geravia tornò a camminare tra le schiave, accarezzava i glutei martoriati che Aileen aveva già colpito. Anche quel gesto delicato procurava dolore. "Io non ho contatti con loro. Fornisco solo ragazzi di piacere, maschi"
"Ma ci sarà modo..." Aileen aveva finito. Geravia venne da lei e le prese il frustino. Le appoggiò anche una mano sul pube. Aileen si vergognò perché sapeva di essere bagnata.
"Un modo c'è" disse la maga continuando a toccare "Basta che tu sia il maschio"


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